Passato anche al Neuchatel International Fantastic Film Festival (uno dei migliori festival fanta horror europei) l’ultimo film di Edgar Wright, Baby Driver – il genio della fuga che conferma Wright come uno dei migliori registi di blockbuster in circolazione.
Baby è un orfano che guida da Dio e che tiene sempre l’ipod nelle orecchie, product placement che lo avvicina ai Guardiani della galassia e ci permette di assistere tutte le scene spettacolari con una colonna sonora da paura.
Baby deve dei soldi a un gangster (Kevin Spacey, in uno degli ultimi ruoli predisgrazia) che inventa rapine assoldando, di volta in volta, vari professionisti del crimine ma tenendo sempre fisso lui.
Baby è imprendibile e non c’è niente che non possa fare con una macchina.
Il punto di partenza è chiaramente Drive l’imprendibile e Wright nel girare le scene degli inseguimenti non ha niente da invidiare a Walter Hill.
Le cose proseguono per il meglio. Nessuno lo prende e Baby sta per ripagare il suo debito ed essere libero ma l’intoppo è dietro l’angolo sottoforma di uno dei balordi cattivi (Jamie Foxx) che si accorge che Baby è innamorato della ragazza del bar e cerca di sfuttare la cosa per i suoi scopi.
Tanto il placement come per tutti i film che usano le macchine, da Acura a Volvo. Per il resto la solita Coca-Cola e l’ipod.