Siamo sempre lì, Honey Bunch, presentato al NIFFF Neuchatel Fantastic Film Festival 2025 in concorso, riflette ancora una volta sul tentativo di prolungare la vita, sconfiggere la morte, raggiungere una sorta di immortalità. Una delle ossessioni maggiori affrontate dal cinema di genere, in particolare quello degli “scienziati pazzi” (paragonati ai moderni chirurghi plastici…) che tentano di trovare metodi sempre più azzardati per “sostituirsi a Dio”.

Un uomo disperato, una donna ricoverata in una struttura di rieducazione che ha perso la memoria, il loro amore che va oltre le sofferenze fisiche e le “torture” da subire nella clinica della dottoressa Trephine. Malattia, cloni, esperimenti, corpi abbandonati.

Il film del duo Madeleine Sims-Fewer e Dusty Mancinelli, che già ci aveva dato il violento e a tratti sconcertante Violation, è curioso, nonostante la riproposizione di argomentazioni più volte affrontate, grazie alle sue atmosfere, alla sua colonna sonora vintage, alla sua spudorata ironia che alla fine sostengono il film che, come il precedente, balla sulla riga di demarcazione tra autorialità e exploitation. (voto 6)

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