Dopo aver recuperato La zona di interesse nella mia maratona del sabato al multisala decido di rilassarmi con l'ultimo di uno dei Coen. Ma no mi dice la maschera che strappa i biglietti che, fra l'altro è terrapiattista, pessima scelta: un'accozzaglia di volgarità e nudo gratuito. In pratica la stessa promessa fatta dalle 5 pallavoliste nude nel trailer di Soy un pelele (Hernan Migoya, 2008), cosa che mi ha costretto a ricercare e vedere il film. 

Con questa ottima premessa e con la certezza che Mazzarella su FilmTV  gli ha dato 4 entro soddisfatto nella sala 16 e devo dire che le mie aspettative sono state  quasi rispettate. Scemenza, volgarità, psicheledia, nudo e assoluta mancanza del politicaly correct. Con lo stile anni '70 (anche se si svolge nel capodanno del 2000), ci fossero più tettone e più stile fumettistico non avrebbe niente da invidiare a Russ Meyer. 

Il film incomincia con una valigetta misteriosa, un killer sullo stile Squalo di James Bond, una decapitazione e una bella slinguazzata di due coinquiline lesbiche e di un'altra che deve ancora capire fino in fondo i propri orientamenti sessuali.

Una delle due del cunnilingus iniziale è però innamorata della indecisa e decide di seguirla in un viaggio fino a Tallahassee in Florida a trovare i parenti. 

Per colpa del noleggiatore inetto prendono la Dodge destinata ai delinquenti con dentro la valigetta e, da quel momento inizia la caccia. 

Succede tutto e niente come nei migliori film dei Coen fra incontri, personaggi e dialoghi improbabili ma ci si diverte un casino. Alla faccia della maschera terrapiattista. Fra il product placement presente Coors, Coca-light, ebay ed Amercan Express Arcobaleno. 

Ah, perché il più efficace per me è la pizzeria da Zio Gino. No, sarebbe uno spoiler troppo grosso. Cercatelo!