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CINEMA
26 Settembre 2025 - 23:32

DIARIO VISIVO (Alcuni esempi del nuovo cinema action orientale in streaming)

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The protector; La notte su di noi; L'assassina; Carter; Kalki 2898 AD
DIARIO VISIVO (Alcuni esempi del nuovo cinema action orientale in streaming)

Il duo thai Prachya Pinkaew-Tony Jaa che con Ong Bak ha suscitato interesse nel cinema action portando sugli schermi la spettacolarità del Muay Thai, con il successivo The protector (2005) ottiene un uguale successo di pubblico ma la voglia di strafare a mio parere ha partorito qualcosa di indigesto. Se ci limitiamo agli scontri tra l’eroe e gli antagonisti, tra cui il cartoonesco e gigantesco Nathan Jones, nel sottofinale in mezzo all’acqua in effetti un po’ di godimento ipercinetico lo abbiamo, ma tutto il resto del film si poggia su una trama insipida (Tony Jaa ha vissuto la sua adolescenza insieme ad un elefante a cui è affezionatissimo e quando alcuni trafficanti lo catturano per portarlo in Australia ne segue le tracce e… scatena l’inferno) e interpreti “occidentali” pessimi che rendono i personaggi caricaturali (anche lo stesso Jaa, invero, è monocorde fino al parossismo). Inoltre ciò che nel precedente film era velocità e adrenalina qui diventa enfasi e mostra di sé. Anche il personaggio iconico della nemica Madame Rose (Jin Xing) dalla sessualità ambigua, è mal sfruttato. (voto 5,5). Nel product placement spiccano le All star del protagonista.

Di altra fattura (produzione Netflix) è La notte su di noi (2018) uno dei film che hanno lanciato, insieme al precedente Headshot, l’indonesiano Timo Tjahjanto nel panorama dell’action che mischia arti marziali e gangster. Qui i combattimenti non sono solo coreografati bene e con velocità e assiduità quasi insostenibile, ma sono film dove la carne e i corpi vengono lacerati, spezzati, triturati in un parossismo gore che fa scrivere, ad esempio, a François Cau di Mad Movies, che “i combattimenti raggiungono una visceralità barbara e i film di Timo Tjahjanto si avvicinano sempre più all’orrore puro e duro”. Come dimostrerà in seguito principalmente nel recente The shadow strays, Tjahjanto non risparmia nemmeno il “gentil sesso” dato che anche qui vi sono tre donne specializzate in assassini e combattimenti che non si risparmiano e i loro corpi non vengono, a loro volta, esclusi da atroci lacerazioni e mutilazioni. Insomma, action moderno per stomaci forti senza un momento di respiro e senza quell’enfasi da prestazione che ammorba il precedente. In La notte su di noi ci si concentra su quattro amici che da giovani formavano una banda poi dispersasi tra i richiami irrinunciabili delle triadi e fughe all’estero. Il focus principale è sulla figura di Ito (Joe Taslim) che è stato ingaggiato per far parte dei Sea Six, ovvero sei giustizieri al soldo delle triadi per punire chi sgarra. E all’inizio lo vediamo con i compari sterminare un intero villaggio di pescatori trafficanti di droga. La pietà per una povera bimba, però, fa andare in tilt la mente di Ito che rivolge improvvisamente la sua arma contro i suoi stessi compagni uccidendoli e se ne va con la bambina. Naturalmente diventerà l’obiettivo di assassini prezzolati e scagnozzi pagati dall’organizzazione mafiosa e comincerà una dura lotta per la sua sopravvivenza e per la salvezza della bimba, la quale diventa anche metafora di riscatto. Sarà affiancato da due degli altri tre ex compagni che si immoleranno per lui mentre il terzo, tornato dall’estero richiamato dal boss mafioso, gli si schiererà contro (Iko Uwais). Combattimenti infiniti in luoghi scenografici come una macelleria, un parcheggio d’auto, un condominio, un’ascensore ecc. costellano il film e tra gli oppositori, come detto, brillano tre killer donne, due contro Ito ed una che invece lo aiuterà. (voto 6/7) Product placement solo di auto come Range Rover e BMW.

In streaming si trovano due film del coreano Jung Buyng-gil, regista di action che, sulla scia dei John Wick, inanella combattimenti sempre più spettacolari (cercando di essere inventivo ogni volta) per permettere ai protagonisti di ottenere vendette che hanno radici in un passato tormentato. Su Mymovies troviamo L’assassina (The villainess, 2017) in cui la protagonista è una donna tostissima che vediamo all’inizio sterminare gruppi di avversari, prima sparando, poi con le lame infine con pugni e botte, tutto in soggettiva, solo alla fine vedremo il suo volto. Catturata da una fantomatica agenzia viene ricattata e costretta a diventare una specie di Nikita: duro addestramento, poi lasciata ad una vita apparentemente normale, alias per agire quando l’agenzia commissiona a lei assassinii. La donna è incinta e vedova di un boss che probabilmente ne ha ucciso il padre da ragazzina e poi l’ha fatta crescere da mentore fino a sposarla. Lasciata l’agenzia si lascia affascinare da un gentile ragazzo che l’aiuta a crescere la bimba. Il giorno delle seconde nozze con quest’ultimo però avrà, proprio nel giorno del matrimonio, l’incarico di sparare ad un uomo che non è altro che… il suo primo marito… Il film non fa sconti sul dolore e la perdita e la nostra eroina dovrà affrontare tutto fino alla catarsi in un lago di sangue. Ballerina, l’ultimo capitolo di John Wick ha una trama molto simile e così si chiude il cerchio. (voto 6+) Casio, LG, Puma, Honda, Toyota nel product placement. Molto in fatto di adrenalina aveva dato Jung nel precedente film che doveva inventarsi qualcosa di esagerato per superarsi e restare originale. Ecco che arriva così Carter (2022), un esercizio di stile girato in un apparente unico piano sequenza, che inizia bene con il protagonista a creare caos in una sauna guidato da una voce misteriosa che funge da memoria, visto che lui l’ha persa. Finirà naturalmente invischiato in azioni riparatorie e scoprirà il suo passato tra voli tecnici bizzarri, mirando in alto tra palazzi, auto, elicotteri e quanto più la fantasia gli permetta. Ma quando troppo si vuole si rischia di deragliare, soprattutto se il giochino non è supportato da adeguati trucchi digitali: va bene la sospensione della credulità, ma qui si sfiora il videogioco. (voto 5,5)

Enorme delusione la visione su Netflix di Kalki 2898-AD (2024) pompatissimo film di fantascienza indiano di Nag Ashwin che doveva stupire tutti intrecciando gli dei cantati nel Mahabharata con l’action roboante e trombona del cinema bollywoodiano. Dopo 5 minuti di visione volevo già abbandonare la visione davanti all’orrendo (non perché fatto male ma proprio brutto esteticamente) CGI che lo fa sembrare un film-videogioco girato in performance capture. Ho voluto continuare per imbattermi in un’ampollosissima storia di donne incinta sfruttate da un dittatore che ha dietro di sé un “maledetto dagli dei” immortale o qualcosa del genere. Con un eroe ridicolo e altrettanto risibili momenti danzerecci (tra i più brutti che abbia visto in un film indiano), per non parlare dei passaggi da commedia di un puerile imbarazzante. Una specie di fantasy complicatissimo per una storia raccontata male e, ripeto, esteticamente inguardabile… almeno per me visto che i fruitori di Imdb pare abbiano gradito! Che sia un mio problema a non riuscire a sintonizzarmi con il gusto visivo corrente? Oppure una mancanza di cultura visiva da parte dei giovani cinefili e spettatori odierni cresciuti a videogiochi e manga senza aver mai visto un film di Lang, Cocteau o Fellini (per dirne alcuni)? (voto 4,5)

Stefano Barbacini

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