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CINEMA
3 Agosto 2025 - 09:36

DIARIO VISIVO (Action in rete)

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Trilogia Proiettile vagante; Havoc; The shadow Strays
DIARIO VISIVO (Action in rete)

La trilogia di Proiettile vagante (Balle perdue, 2020-2022-2025) ha il respiro di una serie tv ma con la spettacolarità del cinema. Alla fine dei primi due capitoli la storia infatti non finisce e si resta in attesa del capitolo successivo. Ora tutti e tre si possono vedere su Netflix e sono una cavalcata senza respiro di combattimenti, sparatorie ma, soprattutto, inseguimenti d’auto (e altri mezzi di locomozione) e distruzione delle stesse. Protagonista è Lino (Alban Lenoir attore che ha una certa somiglianza con Denis Lavant) un meccanico di genio che si improvvisa rapinatore ma viene subito preso ed incarcerato. Desta però l’attenzione di Charas (Ramzy Bedia), un poliziotto “tutto di un pezzo” che sta dando la caccia a trafficanti di droga. Lino, grazie a Charas, verrà ingaggiato per collaborare con la polizia costruendo attrezzature avveniristiche su auto da utilizzare contro i “cattivi”. Charas verrà però ucciso da due poliziotti corrotti, Areski (Nicolas Duvauchelle) e Marco (Sebastien Lalanne). Lino, che nel frattempo è diventato amante della leonina poliziotta di colore Julia (Stefi Celma), viene incastrato come colpevole dell’omicidio. Nel primo episodio assistiamo alla lotta di Lino per non essere catturato e per dimostrare la sua innocenza, nel secondo la sua battaglia contro il patto che tiene Marco fuori dal carcere perché utilizzato come testimone per catturare il vero capo dell’organizzazione criminale (un altro poliziotto di alta carica), nel terzo la ricerca di Areski per assicurarlo alla giustizia e vendicare Charas. Naturalmente la trama si complica con avvenimenti a sorpresa, veri o presunti doppigiochi, scelte ai limiti, omicidi cruenti e con la storia d’amore tra Julia e Lino, mai troppo romantica, che evolve, si rompe e ritorna nei tre film. Ma soprattutto sono auto modificate in simil-carri armati che vengono distrutte, distruggono e riempiono di azione e caos i film, buon esempio di action alla francese senza le spacconate alla “Besson”. (voto 6+) Naturalmente il product placement è praticamente tutto delle eccellenze francesi in materia di auto, Peugeot ma, soprattutto, Renault, protagonista con l’auto di Charas che diventa feticcio e arma, più volte distrutta e ricostruita, una Renault 21 (che poi sarà sostituita da un’Alpine e da un Espace). Non mancano altre brand come Mercedes, moto XSR Yamaha, accessori per auto Sparco, Shell e Dunlop per finire con Apple.

Per presentare il suo film Havoc (2021-2025), film dalla lunga gestazione a causa prima dei problemi con il covid, poi con lo sciopero degli sceneggiatori ed ora finalmente disponibile su Netflix, Gareth Evans, il regista, dichiara: “Volevo mettervi tutto quello che avevo imparato dai film The Raid (i due film action iperadrenalinici girati in Indonesia e di grande successo tra i cultori ndr), da Gangs of London (la bella serie tv su famiglie di gangster inglesi, violenta e appassionante da lui creata ndr), e da ciò che mi ha potuto influenzare nel genere honkonghese dell‘heroic bloodshed’ (rif. John Woo, Ringo Lam, Patrick Yau… ndr), per poi trasporre tutto in un thriller d’azione con suggestioni da film noir.” Non contento poi cita il cinema di Peckinpah come riferimento… Già da tutto questo si può capire come l’opera in questione sia un concentrato densissimo di combattimenti, spargimenti di sangue, figli morti, poliziotti corrotti e assassini, un eroe dalla vita personale disastrata ma duro con il cuore che pulsa (Tom Hardy), gangsters orientali con a capo un’implacabile donna alle cui dipendenze ha una spietata assassina esperta di arti marziali quanto di utilizzo di armi da fuoco, una poliziotta prima denigrata che poi si dimostra cazzuta, un dramma familiare che coinvolge un politico e il figlio sbandato finito in un intrigo più grande di lui. Far star tutto dentro ad un film di meno di due ore, di cui due terzi sono sparatorie che causano montagne di morti, rischia (e non riesce ad evitarlo) di produrre un film sì ipercinetico ma anche decisamente superficiale con talmente tante parti coinvolte che ad un certo punto non si capisce chi spara a chi e perché… Insomma, è evidente l’amore di Gareth Evans per il film di genere, che il suo modo di girare svelto e senza pause è lodevole, ma stavolta, seppur il recipiente è pieno, la pietanza è indigesta per troppa quantità di cibo. (voto 5/6). Le dichiarazioni di Evans sono tratte dall’intervista di presentazione del film rilasciata a Francois Cau su Mad Movies. Product placement riguardante esclusivamente qualche brand automobilistica come Chevrolet.

Su Netflix potete trovare un action indonesiano violentissimo a firma Timo Tjhajanto (l’autore di action altrettanto violenti come Headshot o più ironici e fumettistici come The Big 4), The shadow strays (2024), un film per cui gli amici del Nifff griderebbero Ultraviolence! a pieni polmoni… La caratteristica che lo distingue da film dello stesso genere è che qui le più violente sono due donne, allevate dal maestro di una setta di assassini per il combattimento e disumanizzate al punto da chiamarsi con un numero fra di loro. Il gruppo di assassini, chiamato appunto le Ombre, agisce su commissione nell’oscurità con l’obbiettivo di eseguire senza farsi notare. Protagonista è 13 che la vediamo ad inizio film compiere il massacro di un’intera famiglia di gangster e, a causa di un attimo di umanità nei confronti di una geisha, rischiare la vita. Salvata dalla sua mentore e compagna di lotta, viene sospesa per cure psicologiche per le debolezze dimostrate. Nel frattempo che è in vacanza forzata si appassiona al caso di un bambino a cui è stata uccisa la madre e scatena l’inferno quando questo viene catturato da una banda di truci individui a cui capo stanno due politici locali. E quando parlo di inferno so quel che dico, vedere per credere l’apocalittico scontro tra bande con 13 in mezzo in un capannone in cui qualsiasi oggetto diventa un’arma. Naturalmente questo putiferio di teste mozzate, corpi esplosi, visi lacerati e scontri mortali porta all’attenzione del mondo l’appartenenza della donna alla setta. Cosa che i compagni e i superiori non possono permettere. Sarà scontro finale proprio contro la mentore e protettrice che sarà costretta a cercare di ucciderla… Non il solito film action iperadrenalinico (anche se lo è…), questo ha con qualcosa in più nella caratterizzazione dei personaggi e nelle soluzioni non banali come, invece, quasi sempre si trovano in opere dello stesso tipo. E le due attrici sono veramente cazzutissime! (voto 6,5)

Stefano Barbacini

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