Quando una ricetta è vincente e... redditizia perchè cambiarla? Questo devono aver pensato produttori e regista dopo il successo del primo film, Una notte da leoni. Il secondo capitolo che arriva due anni dopo replica praticamente la vicenda con gli stessi protagonisti, dando più spazio alla figura di Leslie Chow, l'asiatico che fuoriusciva nudo dalla Mercedes nel primo film, delinquente allegro ma pericoloso, ambientando la vicenda in Thailandia invece che a Los Angeles e aumentando l'action (un lungo inseguimento nel mercato di Bangkok) e il noir (pistole e mitragliette al posto dei bastoni...).
Per il resto si cerca di non deviare troppo dalla formula della prima operazione, vi è sempre uno di loro che si deve sposare (questa volta Stu con un'americana di origini thailandesi che giustifica la location), vi sono sempre i tre che si isolano da Doug (ancora una volta poco più che comprimario) e vengono ancora drogati dopo una notte di bagordi a Bangkok non ricordandosi nulla della serata passata e vi è sempre un personaggio che sparisce (questa volta il fratellino sedicenne della sposa). Vi è una mutilazione a Stu (là il dente, qui un tatuaggio al volto) duplicata con l'accidentale perdita di un dito da parte del ragazzo thailandese, lo stesso Stu si ritrova non sposato ma sodomizzato da una prostituta transessuale (in replica alla storia con la spogliarellista del capitolo uno), Phil viene picchiato (e stavolta anche ferito) come nel primo, un animale li accompagna anche qui (al posto della tigre una scimmietta), Alan imperversa come al solito (ma stavolta esagera con pianti e battute nonsense che non fanno ridere) e Mike Tyson appare anche qui... Infine la "vera" storia viene raccontata con lo stesso espediente del primo, cioè con una serie di foto sui titoli di coda.
Ma replicare le buone idee della prima volta (la notte che non si ricorda e le foto principalmente) non fa lo stesso effetto naturalmente e anche il voler esagerare gli eventi rispetto agli speculari di due anni prima ottiene l'effetto contrario, dove là ci si stupiva piacevolmente ora ci infastidiamo. Non che il film non sia divertente, ma tra questo e il numero uno c'è la differenza che c'è tra un film per passare un'oretta e mezzo magari facendo anche altro e una commedia vivace talmente ben realizzata da non volerci staccare mai dallo schermo.
Product placement: Luis Vuitton citato da Alan così come Skype (con cui vorrebbe mantenere i contatti con la scimmietta di cui va pazzo), la Delta Airlines porta i nostri in Thailandia, le sigarette Kaj sono le preferite della piccola scimmia (che fuma...), l'Hard Rock Café appare su una maglietta indossata da Chow e parte della vicenda si svolge al lussu