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CINEMA
26 Febbraio 2020 - 16:42

DIARIO VISIVO (La trilogia prima del Joker 1)

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Una notte da leoni (Todd Phillips, USA, 2009)
DIARIO VISIVO (La trilogia prima del Joker 1)

Chissà, a parte i cinefili, quanti spettatori avranno collegato il film Joker con il suo regista (addirittura un critico su una rivista fa dello spirito dicendo di non ricordarsi mai il suo nome quando parla del film) e, soprattutto, quanti abbiano collegato il capolavoro dello scorso anno con il passato di regista comico di Todd Phillips. Milioni di spettatori hanno visto e apprezzato la trilogia de Una notte da leoni del nostro e non si parla troppo del collegamento tra la sua precedente filmografia con il Leone d'oro di Venezia e candidato all'Oscar 2019, probabilmente perchè da un regista di commedia non ci si aspetta una tale performance, ovvero riuscire a fare di un comics-movie un film d'autore. E il sospetto che molti "denigratori" del Joker  lo abbiano fatto proprio per il nome del regista non ritenuto all'altezza è forte (in pratica la sindrome al contrario di quelli che esaltano qualsiasi film girato da, per fare un paio di esempi, Eastwood o Mann indipendentemente dalla loro vera riuscita perchè questi sono considerati grandi registi, e lo sono, intendiamoci...).

Comunque, tornando a noi, ci siamo rivisti il primo dei tre film di Phillips e assieme ai milioni di altri spettatori che lo hanno visto ne abbiamo goduto nuovamente. I quattro amici che vanno a Las Vegas per festeggiare l'addio al celibato e la prendono talmente grossa (anche perchè hanno ingoiato la droga dello stupro credendo di prender cocaina e ottenendo l'effetto contrario) da non ricordarsi nulla della notte passata assieme è decisamente esilarante e resterà un classico probabilmente per sempre come lo è restato il Fuori orario di Scorsese. Noi li vediamo ad inizio serata poi li ritroviamo svegliarsi il giorno dopo in una stanza disastrata con la compagnia di una gallina, di una neonata sconosciuta e di... una tigre in bagno! Ritroviamo il bello (Phil, Bradley Cooper, insegnante sposato con figlia con quel tantino di senso di superiorità dovuto ai colti e belli ma che di fronte all'assurda situazione si trova ad essere il più inadeguato), il brutto (Alan, Zach Galifianakis, fratello della sposa, una specie di Blutarsky, volgare e trasandato senza nessuno a cui render conto e quindi dannoso alquanto...) e il cattivo (Stu, Ed Helms, apparentemente un uomo pronto al matrimonio con una donna che lo domina per diventare il classico buon padre di famiglia ma che appena si libera dei freni inibitori ne fa di ogni...) si accorgono di aver... perso lo sposo, Doug, che il giorno dopo si deve far trovare pronto per il matrimonio! Inizia così una rocambolesca detection per cercare l'amico scomparso e ricostruire contemporaneamente gli avvenimenti della serata precedente (che con un colpo di genio narrativo scopriremo in pieno e cronologicamente solo in una serie di foto sui titoli di coda...) incappando nel padrone della tigre (nientepopodimenoche Mike Tyson! in una divertita e divertente apparizione nei panni di se stesso), in un asiatico nudo rinchiuso nella loro auto che liberato comincia a menare con mosse di kung-fu, in scagnozzi dello stesso che armati di mazza da baseball distruggono l'auto e il povero Phil, una spogliarellista madre della bambina ritrovata in stanza che rivela il matrimonio celebrato con un incredulo Stu, uno spacciatore nero sballato che li ha fregati, una borsa di dollari che non si sa da dove arrivi...

Phillips è stato uno dei più famosi registi del cosiddetto Frat pack, la banda comica che girava attorno a Judd Apatow, ed è forse di tutti il più "classico" limitando le volgarità e le esplosioni di immaturità imbarazzante dei personaggi dello stesso Apatow (sicuramente anche meno autobiografico dell'amico Judd) e la demenzialità spesso fastidiosa perchè confinante con la stupidità di Adam McKay, ma non è nemmeno parodico e surreale come Ben Stiller. E' un regista che gioca sulla "buffoneria", il grottesco, l'assurdo delle situazioni dovuto non alla surrealtà degli avvenimenti ma ai comportamenti imbelli dei protagonisti. E mette insieme commedie divertenti e ben congegnate.

Las Vegas in generale e il Caesar Palace in particolare sono sicuramente il vero product placement dell'opera. Quinta protagonista della storia è la Mercedes d'epoca che il futuro suocero regala a Doug come regalo di nozze e che viene ovviamente distrutta. Altre brand contenute nel film principalmente "bevande", lo Jagermeister, la Coca Cola, l'energy drink Monster. A parte la non certo politically correctness della presenza a fini comi e continua del Rufizin o Rufis, la droga dello stupro appunto.

Stefano barbacini

The Hangover

Regia: Todd Phillips
Produzione: Warner Bros
Data di uscita: 19/06/2009
Location: Las Vegas

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