La casa dei vampiri (House of the Dark Shadows, Dan Curtis, 1970)
Era il 1966 e nell'America della tv perbenista da Peyton Place, The Lucy Show, The Dick Van Dyke Show, The Doris Day Show, dove persino gli agenti segreti (Get Smart), i geni (I dream of Jeanne/Strega per amore), i poliziotti (Hawaii Five-0), i supereroi (Batman), le streghe (Bewitched/Vita da strega) e addirittura i mostri (The Munsters e The Addams Family) erano rassicuranti, carichi di buoni sentimenti ed abitavano, quasi tutti, in villette che incarnavano il sogno americano, ecco piombare Dan Curtis (futuro autore di due gioiellini come Ballata Macabra e Prey in Trilogy of Terror) che, probabilmente, prendendo spunto da quello che stava succedendo oltreoceano (The avengers, The Prisoner, Belphegor), propone una soap opera gotica con niente popo di meno che un vampiro come protagonista.
La soap (1225 puntate) ha un successo insperato ma nel 1971 viene sostituita dal game show password. Dan Curtis non si da per vinto e dirige così il film House of a Dark Shadow che riprende la soap rendendola più orrorifica.
Il film parla del vampiro Barnabas che, liberato da un cacciatore di gioielli che ha avuto la geniale idea di aprirgli la tomba, si presenta alla porta dei suoi pronipoti spacciandosi per un cugino inglese.
In effetti la somiglianza dell'uomo con il quadro dell'antenato che hanno in salotto non lascia dubbi sulla parentela. Lui intanto si innamora della sua pronipote nella quale vede (crede di vedere) la reincarnazione del suo vecchio amore.
Intanto però le morti e le contaminazioni vampiresche fanno ben presto capire che qualcosa non va (uno dei pochi film in cui la polizia è armata di croci) e così si comincia una caccia nella quale si inserisce anche una dottoressa che è convinta che dal vampirismo si può guarire.
Interessante di dichiarata ispirazione Hammeriana, anche se non raggiunge le vette "erotiche" dei vampire movies della storica casa inglese, e con alcuni spunti comici e sentimentali giusto per riagganciarci alla soap. Nessun product placement purtroppo con gli unici prodotti analizzabili dati dalle auto della polizia e da un paio di auto prese di mira dal vampiro (geniale la scena della macchina parcheggiata fuori dal parco della dimora con la ragazza che si chiude dentro senza accorgersi che ha lasciato aperto la porta del passeggero) che però, pur essendo molto vicino alle Ford e alle Cadillac, non siamo riusciti ad identificare per via delle angolazioni scelte.
Un ultimo appunto il make up del vampiro invecchiato assomiglia molto a quello usato per il piccolo grande uomo, questo perchè il truccatore è lo stesso e per risparmiare ha usato lo stesso metodo. E' nei trivia di IMDB e lo sottolineano due mie bibbie il The Illustrated Vampire Movie Guide di Stephen Jones e The Psychotronic Encyclopedia of Film di Michael Weldon. Non potevamo esimerci dall'aneddoto.
Il film e la serie hanno avuto un seguito, una nuova fallimentare serie, un episodio pilota e il remake di Tim Burton, percui passo la parola alla nostra new entry Noce per il vero remake burtoniano.