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TELEVISIONE
6 Aprile 2012 - 11:40

Faccia d'angelo

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Il boss della mala del Brenta con la Ferrari 308
Faccia d'angelo

La recente trasmissione sui canali di SKY Cinema della miniserie in due parti Faccia d'angelo, fiction italiana liberamente tratta dal libro biografico Una storia criminale (di Andrea Pasqualetto e Felice Maniero) che narra la vita del criminale veneto Felice Maniero (qui interpretato da Elio Germano), rappresenta un legittimo tentativo di cavalcare quel revival del poliziottesco all'italiana a cui proprio SKY diede il via nel 2008 con la produzione del fortunatissimo Romanzo criminale, serial che narrava le vicende della banda della Magliana.

In questo caso l'operazione risulta più contenuta (sarà a causa della crisi?) ed il film-TV tratto dalle vicende della tristemente nota mala del Brenta è condensato in due sole parti per poco più di tre ore totali di girato.
La serie è naturalmente fedele a tutti i clichè del nuovo poliziottesco all'italiana, e la sensazione di trovarsi davanti ad una vera e propria operazione fotocopia di Romanzo Criminale è forte. Ciononostante, il comparto tecnico realizzativo è decisamente all'altezza, e la recitazione più che discreta (tranne forse per la Ricciarelli, interprete della madre del gangster, che ci appare spaesata e poco convincente nel ruolo) e quindi il risultato finale è un buon prodotto televisivo che ha tenuto incollati gli abbonati di SKY al teleschermo per un paio di lunedì sera (e relative repliche), e potrà agilmente essere in seguito smerciato alla TV generalista sul digitale terrestre.
Più cerebrale come racconto (visto le caratteristiche del gangster protagonista) e con meno efferatezze e violenza (seppur presenti) rispetto a Romanzo criminale, questo Faccia d'angelo dipinge un ritratto del Toso (alias Felice Maniero) come uno spregiudicato imprenditore della malavita, molto più sofisticato ed astuto rispetto ai vari Libanese, Dandi, Freddo, della banda della Magliana ma altrettanto crudele all'occorrenza. La saga della mala del Brenta e del suo boss ci viene quindi resa in due puntate, la prima che termina con il culmine del potere ormai raggiunto, e la seconda più concentrata nel rendere l'inevitabile declino e caduta del Toso e dei suoi fedelissimi, fino alla resa alle Forze dell'Ordine.
Come in tutti i prodotti di questo genere, i marchi riscontrabili sono essenzialmente legati alle autovetture vintage usate per esigenze sceniche, che in questo caso sono tutte automobili famose negli anni '80, periodo in cui è incentrata la vicenda.
Ecco che quindi abbiamo potuto vedere come i banditi preferivano già allora le grandi e lussuose berline tedesche BMW e Mercedes ma anche Audi e Volvo, e non disdegnavano il lusso di un fuoristrada Range Rover, di una Porsche o addirittura una Bentley.
I tutori della legge, d'altrocanto, erano all'epoca legati alla consuetudine (ora decaduta) che voleva le autovetture della Polizia strettamente di produzione nazionale. Ed ecco quindi che la nemesi del Toso, l'integerrimo Ispettore Bruno Ricci (Carmine Recano), ed i suoi collaboratori si servono delle classiche autovetture Alfa Romeo (Alfa 33 ed Alfa 75) per appostamenti ed inseguimenti nel tentativo di contrastare la mala del Brenta.
Discorso a parte merita l'auto del Toso, che serve a creare l'icona del bandito giovane e spregiudicato, ovvero una Ferrari 308 la sportivissima della casa di Maranello che furoreggiava nei ruggenti anni '80 e che già Tom Selleck nel telefilm Magnum P.I. aveva contribuito a rendere una delle auto più desiderate del mondo.
Sebbene automobile sicuramente scelta ai fini della storia, assolutamente vincente risulta questo piazzamento (product placement artistico) di Ferrari con la sua autovettura vintage più caratteristica (assieme alla Dino degli anni '70) e da ulteriore lustro televisivo al marchio nazionale dell'automobile sportiva per eccellenza.
Marco Premi

Faccia d angelo

Regia: Andrea Porporati
Produzione: Sky Italia
Data di uscita: 09/04/2012
Cast:
Elio Germano
Brand:
Ferrari

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