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CINEMA
28 Novembre 2012 - 16:31

TFF 30

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Abigail Harm e Age is...
TFF 30

ABIGAIL HARM – Lee Isaac Chung (USA-2012)

AGE IS… - Stephen Dwoskin (UK-2012)

 Anche il cinema sperimentale fa parte del calderone messo sul fuoco dai curatori del Torino Film Festival 2012, racchiuso nella sezione “Onde” molto libera nelle sue scelte tra cinema narrativo di durata non canonica, cinema documentario e, appunto, sperimentazione.

“Abigail Harm” è però l’esempio di come il tentativo di uscire dagli schemi della linearità classica possa portare a prodotti pretenziosi alla ricerca di una poetica molto forzata e tutta mentale, non emozionale. Freddo, confuso e autocompiaciuto, in realtà inizia in modo promettente esplorando l’anima di Amanda Plummer/Abigail attraverso il suo toccante ritratto di lettrice per ciechi dalla vita ritirata e senza felicità.

L’incontro di un personaggio, più letterario che cinematografico, interpretato da Will Patton, sorta di onirico traghettatore in grado di mettere in contatto il mondo reale con quello mistico producendo la venuta di un amante (direttamente da una leggenda coreana) orientale e disponibile a soddisfare il bisogno di essere amata della nostra, trascina, purtroppo, il film verso un tedio non più riscattato.

Chi invece non manca mai di dimostrare di essere un maestro non allineato e assolutamente sincero e coerente con la propria visione di cinema è Stephen Dwoskin che ancora una volta ci dona un gioiello di intensità e di arte pura. E’ proprio la purezza dell’immagine di “Age is…” (un’esplorazione dei volti di persone della terza età, uno scavo nel paesaggio disastrato di rughe e macchie) a “svuotare” mezza sala dopo nemmeno mezzora di proiezione, dimostrando quanto la riflessione e la ricerca senza una sovrastruttura narrativa o comunque di facile lettura lasci sconcertata una platea che invece dovrebbe essere preparata a cogliere la significanza e la bellezza di un albero che ondeggia al vento o uno stanco viso di anziana che si trucca quando la maestria registica di Dwoskin e la bellezza straniante della colonna sonora di Alexander Balanescu trasformano questa semplicità in vera e propria videoarte.

Purtroppo l’opera in questione è anche il testamento di questo grande artista che poco dopo ci ha lasciato.

Naturalmente sono questi prodotti non certo appetibili per posizionamento di brand e quindi se qualcosa vi si trova non è voluto product placement, segnaliamo comunque un KOOKAI presente di sfuggita in immagini girate all’esterno, una MERCEDES, un paio di scarpette ADIDAS che accompagnano il passo incerto di un anziano intento a camminare nei boschi alla fine del film di Dwoskin.

Stefano Barbacini

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