Un pallone spacca una vetrata dove c'è un convegno del partito socialista. All'interno il presidente del partito ha appena finito il comizio. Qui viene avvicinato da un importante militante che, in pratica, gli anticipa la disfatta.
Poco dopo il presidente si trova nella sua villa superblindata ad Hammammet con figlia e nipote. Qui riceve la visita del figlio dell'importante militante del partito, che nel frattempo si è suicidato, che arriva in Tunisia con l'intento di ammazzarlo, ma, avvisiamo, (questo non è uno spoiler) la vita del presidente è destinata ad altro.
Intorno a lui, nella sua casa, arrivano anche altri personaggi: un altro politico, l'ex amante e un gruppo di italiani a caso.
A parte la bravura indiscussa di Favino, il film di Gianni Amelio, anche se con alcuni momenti di noia rimane comunque un buon film.
Nessun nome viene fatto, nemmeno quello del protagonista, ma sono tutti abbastanza intuibili nelle citazioni. Nessun brand viene citato ma questo, a parte una possibile scelta del regista che nel 1998 al Bergamo Film Meeting, 6 anni prima che fosse legalizzato in Italia, mi sconsiglio di imbarcarmi nello studio del product placement, è anche logico in un film "politico" dove le aziende cercano sempre di stare lontano.