Interessante esordio di Cathy Brady, regista nordirlandese, una delle tante brave artiste che il Torino Film Festival 2020 vuole valorizzare. Raccontando la storia di due sorelle che non hanno mai superato il trauma della morte della madre, donna considerata pazza da tutti, la Brady nel suo Wildfire in realtà ci vuole raccontare una storia radicata nella sua isola lacerata dalle divisioni religiose e dalla violenza degli anni 80 e 90.
Le due donne vivono sulla borderline tra parte nord e parte sud d’Irlanda tanto che andando a nuotare nel fiume vicino a casa loro che si trova al nord, passando sull’altra sponda si è al sud. Qui vive Lauren la più anziana delle due ancor giovani donne con il marito e, ad inizio film, vediamo il ritorno della “sorella prodiga” Kelly dopo che per anni non ha dato notizie di sé facendo credere a Lauren di essere morta.
Dopo una prima diffidenza e rabbia da parte di Lauren e marito, le due sorelle si riaffiatano ricordando il passato con la madre, la sua morte e la morte del padre che ha a che fare con gli attentati dell’IRA. Questi traumi passati fanno sì che le loro vite non riescano a correre sui canali della normalità e le loro azioni diventano sempre più disturbanti per una società che invece vorrebbe seppellire il passato e la violenza come mai avvenute e preferire considerare pazze le donne, pazzia ereditata dalla madre…
Ad inizio film alcune immagini tratte da notiziari irlandesi parlano della possibilità di un’unione dell’Irlanda dopo la Brexit e contemporaneamente della possibilità che riesplodano le lotte fratricide. La Brady pare volerci dire che le lacerazioni del passato sono tutt’altro che rimarginate e che il futuro non sarà semplice da gestire in questa bella terra martoriata dall’odio tra connazionali.
Le note finali ci ricordano con dolore che la bella e brava interprete di Kelly, Nika McGuigan, dopo questo film purtroppo è deceduta a soli 33 anni.
Lauren lavora in un magazzino industriale Connect che ci pare inventato, quindi il poco product placement riguarda una citazione di Facebook e tute da sub O’Neill.