In un festival, come il Trieste Science+Fiction di quest'anno, dove si è visto una buona parte di film basati sulla sparizione, sui ricordi e sulla memoria, non poteva certo mancare quella palla allucinante che è Marjorie Prime di Michael Almereyda, regista che nei film di genere ha fatto sicuramente meglio (vedi la vampira Nadja)
Qui la fantascienza è solo un pretesto per raccontare la vita di una donna di 80 anni che rivive i suoi ricordi attraverso un ologramma che ha le sembianza del marito morto.
Il resto è solo una continua rielaborazione ed analisi del passato: cosa vorremmo cancellare e cosa vorremmo tenere?
Ma soprattutto cosa ce ne può fregare?
Lasciate perdere.