Proseguendo nella personale John Carpenter al Neuchatel International Fantastic Film Festival il film successivo a Christine è Starman che un po' si distacca dai precedenti film del maestro per la storia d'amore e le atmosfere meno cupe (siamo di fronte all'antiCosa), anche se mantiene alcune sue caratteristiche peculiari.
Starman è una sorta di esploratore alieno buono che arriva sulla terra dopo aver ricevuto il biglietto d'invito mandato con i Voyager nel 1977. Putroppo al Norad forse non se lo ricordano, o non sono stati avvisati, così abbattono l'astronave e si mettono subito alla caccia dell'alieno.
Lui si rifugia presso una giovane vedova clonando praticamente il marito morto che ha le fattezze di Jeff Bridges. La povera vedova (che ha le fattezze di Karen Allen) si trova così costretta a seguirlo, o meglio, a portarlo ad un cratere in Arizona dove i suoi compagni devono venire a recuperarlo.
Partito come un rapimento, durante il quale lei farà di tutto per chiedere aiuto facendo sbandare la macchina (la Ford Mustang Cobra II) e lasciando messaggi all'autogrill AMOCO (grande product placement quello dei distributori di benzina e market), il viaggio diventa a poco a poco complicità e amore soprattutto quando a uno Chevron, lo vedrà resuscitare un giovane capriolo appena ucciso da un cacciatore decisamente stronzo.
Un viaggio alla scoperta uno dell'altro: un cult d'amore fra mondi di galassie differenti appena un solo anno da quando era sbarcato sulla terra ET.
L'alieno arrivato con un'astronave alla Dark Star prende le sembianze degli umani come la cosa, è braccato peggio di Iena Plisken dagli uomini del Duca, e assediato come in Distretto 13, passa attraverso i camion di benzina con la macchina facendoli esplodere come Christine e via dicendo. Sarà una storia d'amore interplanetaria, ma, a parte per la babysitter, Carpenter c'è tutto.