Un ragazzo e una ragazza si incontrano, parlano di amore e scherzano sul sesso. Si danno appuntamento a presto. Poi la ragazza si incammina nel Metro che con un boato salta per aria in un attentato terroristico.

Inizio shock per il film Sons of Denmark presentato al NIFFF Neuchatel International Fantastic Film Festival 2019 che si getta senza filtri nell’attualità del terrorismo e della conseguente criminalizzazione dell’immigrazione islamica considerata tutta criminale.

Ambientato nel 2025 è una feroce analisi di quello che, secondo il regista Ulaa Salim, sarà la situazione europea tra pochissimo (se non la è già) con politici che ottengono voti parlando alla pancia della gente e sdoganano sentimenti razzisti con slogan come “la Danimarca ai danesi” adattabile a parecchie altre realtà europee che tra le altre cose danno anche il via libera alla creazione di organizzazioni razziste e criminali come i Sons of Denmark di questo film. L’alibi del terrorismo e la condiscendenza di buona parte della popolazione che ha paura portano a tollerare questi movimenti violenti. La violenza genera violenza, l’odio fomenta odio. Ne sa qualcosa il protagonista figlio di padre immigrato e madre danese (quindi danese a tutti gli effetti) che dovrà subire il crescendo di razzismo tragicamente a sue spese.

Abbiamo finalmente un punto di vista (s)corretto e durissimo da parte di un angosciato europeo di origini irachene che speriamo riesca a raggiungere la sensibilità di chi per il momento vede la situazione attuale con il paraocchi del timore per il diverso sfruttando anche il fatto che il film del tutto “politico” tiene benissimo come film di genere.

Poca roba come product placement, una TOYOTA in immagini di repertorio e tute ADIDAS.