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CINEMA
16 Luglio 2016 - 10:26

NIFFF 2016 - EL DORADO

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Tenemos la carne - Emiliano Rocha Minter (MEX, 2016)
NIFFF 2016 - EL DORADO

Il Neuchatel International Fantastic Film Festival 2016 ha selezionato nella sezione El Dorado il film messicano Tenemos la carne, uno dei film più estremi dell'anno. Scelta coraggiosa, qui non siamo davanti alla macelleria di un torture o di uno slasher, così eccessiva ma anche irrealistica per monotonia di rappresentazione e per l'eccesso di effetti speciali costruiti per divertire con l'orrore;

qui siamo di fronte ad un film che coinvolge lo spettatore, gli chiede di spogliarsi di tutti gli schemi mentali che si è costruito negli anni davanti allo schermo per buttargli addosso quanto di più diretto ci sia, sesso reale, sgozzamenti di soldati, cannibalismo, incesto, necrofilia, proponendoli non come un gioco ma come coinvolgimento partecipativo alla cruda esposizione delle azioni.

E' uno di quei film (come Salò, come Antichrist) che, o lo si considera una boutade ridicola per epater le bourgois, oppure lo si eleva a cinema necessario (la parola capolavoro qui perde di significato).

E' un film che mette in difficoltà anche i selezionatori, tanto è vero che la ragazza dell'organizzazione che lo ha presentato in sala ha subito tenuto a precisare che il film ha due importanti sostenitori, Inarritu e Cuaron (così per dare valenza artistica e quindi indorare la pillola), e poi, dopo averne annunciato l'estremismo, se ne è andata un po' imbarazzata.

Pochi spettatori, anche tra quelli presenti in sala e abituati ad eccessi di ogni tipo, sono disposti ad accettare certe scene, soprattutto sessuali bisogna dire, al di fuori di un cinema che di questo si occupa (l'hard), e i risolini tutte le volte che una vagina od un pene sono inquadrati in primo piano (che sicuramente non ci sarebbero stati se fosse inquadrato, che ne so, un piede) dimostrano come la concezione di libertà d'espressione e libertà sessuale sia ancora ben lontana dallo squarciare il velo di perbenismo in materia e ancora resta ammantata d'ipocrisia.

Il film vede in scena l'incredibile volto dell'attore Noé Hernandez che sembra il sopravvissuto di non si sa bene quale apocalisse, rifugiato in uno scantinato in cui distilla uno strano liquido, concentrato di elementi vitali. Presto è raggiunto da una coppia, sorella e fratello, che costringerà all'incesto davanti ai suo occhi. Poi vi sono salti temporali in cui nel rifugio arriveranno altri personaggi, un soldato che farà una brutta fine, una ragazza usata sessualmente dai due fino all'orgia  di sesso e morte finale.

L'esordiente regista Emiliano Rocha Minter ci vuole trascinare verso gli istinti primordiali, ad opporci alle sovrastrutture di una società caotica piena di convenzioni e regole da rispettare, orribile e ormai insostituibile. Una delle prime cose che fa fare al suo antieroe è costruire una grotta artificiale, poi lo farà rinascere squarciando un imene con tanto di liquido amniotico. Primitivismo, ritorno al selvaggio, alla carne. Mangiare, dormire, scopare. Elementi primigeni.

Non siamo così ingenui da non pensare che il buon Minter non ci giochi dentro con gli eccessi per provocare, superando spesso il kitsch, ma il suo è un film come ce ne dovrebbero essere con più costanza (produzioni permettendo), da prendere con gli eccessi sia visivi che stilistici (l'opera ricorda alcune cose del cinema estremo giapponese in primis Hisayasu Sato ma anche il Blind beast di Masumura) ma anche con la libertà assoluta di cercare strade altre di cui è impregnato.

Nessun product placement… e ti credo…

 

Stefano Barbacini

We Are The Flesh

Regia: Emiliano Rocha Minter
Data di uscita: 02/02/2015
Cast:
Maria Cid

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