All'interno del festival del cinema svizzero contemporaneo per la prima volta in streaming sulla piattaforma della cineteca di Milano (cinetecamilano.it) ci sono svariati documentari più o meno interessanti.
Fra questi merita sicuramente una menzione speciale Moka noir del regista Erik Bernasconi, che come dice il titolo è costruito come l'indagine di un film noir.
Il regista si muove infatti come un detective noir fra le rovine delle fabbriche abbandonate cercando di capire come i territori vicino alla città di Omegna fossero arrivati a diventare il "distretto delgi elettrodomestici" (Bialetti, Alessi, Lagostina, Piazza, Girmi), avessero vissuto il boom industriale, fossero diventati star pubblicitarie com l'omino coi baffi, La linea e gli unici non originali (copyright Hanna & Barbera) The Jetson, da noi I pronipoti, per GIRRRRRRRRRMI, e alla fine avessero vissuto gli anni delle lotte operaie, della crisi, della globalizzazione e della delocalizzazzione lasciando a Omegna decine di fabbriche fantasma.
Come Carlo Luccarelli, al quale un po' assomiglia, il regista racconta, mostra filmati e pubblicità d'epoca (l'unica volta che compare il colore), intervista e mette a confronto i protagonisti (a volte nemici fra loro come il proprietario e il sindacalista) e alla fine organizza un pranzo surreale all'interno di un capannone abbandonato.
Molto interessante e molto ben girato, nonostante parli di brand non si può parlare di vero e prorprio product placement, fra l'altro per aziende che, pur essendo state grandi nella pubblicità, hanno usato poco o in maniera non efficace quest'altro strumento come Alessi che compare spesso nei ringraziamenti per gli arredamenti dei film ma mai valorizzato all'interno della pellicola o Bialetti che invece ogni tanto si nota (Squadra antimafia, L'isola, Romanzo criminale) e che fatto anche operazioni più complesse come ad esempio in 2 partite ed è comparsa anche in show internazionali come il Boss delle torte.