È stato presentato al Trieste science fiction festival l'ultima fatica di Leos Carax, vincitore del premio alla regia dell'ultimo festival di Cannes.
Il film decisamente lungo (140 minuti a tratti difficili da sopportare) è un'opera punk allucinata, un omaggio a Broadway e al cinema stesso con gli attori che si rivolgono al pubblico e alla fine dicono di consigliare il film agli amici (e questo varrebbe quasi da Product placement) se il film è piaciuto.
Ma qui è il problema, è un Carax, appunto, e quindi è un omaggio, come detto prima visionario, folle, assurdo ma è un film decisamente minore, o forse meno riuscito rispetto a Gli amanti del Pont-neuf o Holy Motors.
La storia di due grandi star di successo, in questo caso lei soprano e lui comico, che entrano in conflitto fra loro anche a causa del l'eccessivo successo è già stata vista in svariate maniere anche in musical di successo come recentemente in A Star Is Born e La La Land. Qui Carax inserisce interessanti intuizioni come il feroce narcisismo del protagonista Henry McHenry (già il nome) interpretato da Adam Drive, che è il vero protagonista che comanda il film, che lo fa andare a folle velocità nel deserto del Nevada a bordo della sua Triumph (uno dei veri Product placement del film) e lo fa andare contro ogni cosa e che considera tutto e tutti di sua proprietà a cominciare dal pubblico fino alla figlia Annette che considera un giocattolo per far soldi e per questo viene interpretata da una marionetta fino a quando...
Quindi interessante come film, un po meno come musical con le canzoni degli Sparks che non hanno mai uno scatto in avanti, come è d'obbligo in ogni musical che si rispetti, rimanendo sempre uguali e monotone nei dialoghi dei protagonisti del film.
Per par condicio (a questo giro devo già smontare Abel Ferrara) 6