Bel Ami. Storia di un seduttore (Declan Donnellan, Nick Ormerod, USA, 2012)
“L’amore non basta nella vita”. Con queste parole il freddo e cinico Georges Duroy (Robert Pattinson) giustifica a Clotilde de Marelle (Christina Ricci) le sue azioni “immorali” compiute a discapito dell’astuta e intelligente Madeleine Forestier (Uma Thurman), dell’irreprensibile Virginie Walter (Kristin Scott Thomas) e della sua ingenua figlia Susanne Walter (Holliday Granger).
Il film “Bel Ami” , abbastanza fedele nella trasposizione delle vicende allo splendido romanzo di Guy de Maupassant, ambientato nella Parigi di fine ‘800, racconta le vicende del perfetto prototipo dell’arrampicatore sociale d’ogni tempo: un giovane e fatuo provinciale che scende a Parigi dalla provincia dopo una deludente avventura militare e sfruttando il successo con le donne si trasforma in un giornalista di grido imparentato con l’alta finanza.
Interpretazione di Pattinson non troppo convincente nei panni del seduttore, diciamocelo non fa per niente sangue! Ancora troppo incastrato nella tiepida interpretazione del “vampiro mellifluo”. Tuttavia se la cava meglio nell’incarnare i difetti di Duroy, anti-eroe per eccellenza, con quel tocco di viscidità non si guadagna le simpatie del pubblico, ma anzi, l’unica cosa che conta per lui è la sfrenata ricerca del successo che però è vanificata da una ossessionante paura della morte.
Da notare la scena in cui Duroy-Pattinson al buio della sua squallida camera in affitto schiaccia uno scarafaggio con un giornale, citazione prettamente kafkiana in cui il protagonista intende “schiacciare” la sua posizione di diverso ed emarginato, rappresentata dall’insetto, avvalendosi del giornale quale mezzo. Il tris di donne, ovviamente, altamente convincente nelle loro interpretazioni. I registi, purtroppo, non hanno fornito quella visione precisa e brutale della società francese dell’epoca che emerge dal romanzo, ma anche dello stesso protagonista; note positive sono l’ambientazione, con un’ottima ricostruzione di Parigi e i costumi.
Caso interessante di product placement passato dal libro alla realtà e poi al film. Nel romanzo di Guy de Maupassant il protagonista scrive per il giornale economico la Vie française. Il romanzo è del 1885 e nel 1920 il giornale viene stampato realmente. Anche nel film ritorna ad essere la Vie française nonostante negli anni novanta il suo nome sia cambiato in la Vie financiere. Product placement pre e post pubblicazione.