Dal catalogo del Torino Film Festival 2019 (dichiarazione della regista Mitevska):
Non c’è nulla di più sconvolgente che tornare a casa, dove sei cresciuto, e trovare guerra e devastazione. Che cosa significa trovare il luogo della propria infanzia disastrato e sentirsi straniero dove sei nato? C’erano terroristi, guerra, armi e politici, organizzazioni umanitarie, partiti religiosi, Nato, Nazioni Unite, i media internazionali. Tutti sono arrivati per offrire aiuto. E poi?
Viola torna dall'America, dove è emigrata, a Skopja sua città natale trovandosi in mezzo alla situazione drammatica del 2001 con il conflitto tra l'esercito macedone e i miliziani albanesi, con la Nato impotente e considerata, anzi, forza d'occupazione da una parte della popolazione tra cui il fratello di Viola. Quest'ultimo è invischiato in traffici loschi e pronto a progettare un attentato ideologico contro un simbolo della religione ortodossa. Viola è tornata in mezzo a questo pandemonio non certo rassicurante, nonostante la differente situazione trovata in America di cui parla benissimo, perchè qui, scopriremo, ha lasciato un pezzo della sua vita, una bambina partorita e mai più vista...
How I killed a saint è il film d'esordio, nel lungometraggio, della Mitevska ed è un esordio che sorprende per come la regista riesca a presentarci una situazione complessa con piglio "macho", quasi un immersione nella realtà da reportage di guerra, e dentro a ciò farci convivere tutto il disorientamento di una donna che in mezzo a tutte le difficoltà della situazione e nonostante l'evidente fragilità e il costante pericolo che sentiamo aleggiare continuamente su di lei (da più uomini subisce avence sessuali che in più momenti rischiano di trasformarsi in qualcosa di peggio rischiando anche la vita). La sensibilità e la disperazione di una donna e di una madre che le danno la forza di trovare comunque la parte umana da salvare prima rincorrendo il fratello che si è messo in guai seri, poi recuperando quel figlioletto che fu costretta ad abbandonare anni prima.
Ancora Adidas nei Balcani! E' il product placement ricorrente a cui si aggiungono in questo caso DHL e BMW.