IL SEGRETO DEL GIAGUARO (2000) – Antonello Fassari
Nel 2000 “Er Piotta” ebbe un successo clamoroso con La mossa del giaguaro, singolo di rap “commerciale” italiano. Il rapper romano è ormai famosissimo in Italia e gli viene proposto un film per cavalcare il momento di gloria.
Piotta si accorda con i Manetti Bros. per sfruttare la proposta con l’obbiettivo di girare un’opera che riunisca l’amore per il cinema di genere, già manifestato dal gruppo nei testi e nei video delle canzoni del rapper, degli autori.
L’intenzione è quella di girare un film che metta insieme la commedia erotica italiana con il cinema poliziottesco, piluccando anche dal restante cinema di genere degli anni ’70.
L’operazione postmoderna comprende anche l’idea di inserire camei di icone del cinema di quegli anni.
Purtroppo la realizzazione di quanto sperato dal Piotta deve fare i conti con lo scarso coraggio dei produttori italiani e la paura di non ricavare denaro dall’operazione.
Ecco che piano piano (come raccontato dal Piotta stesso in una esplicativa intervista pubblicata su Nocturno a film già uscito) il mosaico composto dal cantante comincia a perdere i pezzi. Prima i Manetti non riescono a dirigere il film (la regia passa al comico Antonello Fassari che non dimostra alcuna dimestichezza in questa prova destinata ad oggi a restare unica), poi molti dei personaggi richiesti da Zanello (il vero cognome del rapper) per i camei vengono “tagliati”, quindi non vedremo nel film Jimmy il fenomeno, Luc Merenda, Alvaro Vitali, Rocco Siffredi, del progetto restano sono Lando Buzzanca (che accetta con autoironia la parte di un marito impotente), Isabella Biagini e Gianni Ciardo, pezzi comunque importanti di un certo tipo di cinema.
Infine vengono limitate sparatorie, sangue e nudi (questi totalmente tolti).
Risultato finale abbiamo un… film di Natale senza Boldi e De Sica! Infatti il percorso “a togliere” elementi dal cinema di genere che rese importante una fase del cinema popolare italiano è lo stesso che ha portato a più di vent’anni di film insipidi, senza ritmo con battute grossolane ma non troppo, belle ragazze ma non troppo svestite, intrighi sessuali ma non troppo… sessuali, cioè a vent’anni di Vanzina-Parenti.
La voglia di rinverdire i fasti di quel cinema tanto amato dal Piotta e da una considerevole parte del pubblico italiano resta sulla carta e nei testi de “La mossa del giaguaro”, rap-cafone con citazioni di registi e film d’antan.
Il film ambientato nel bar gestito da Fassari con bancone sovrastato da pubblicità della LITE, è praticamente formato da un incastro di episodi a se stanti, ad esempio abbiamo una truffa organizzata con un cartomante travestito da cinese, l’episodio dell’impotente Buzzanca che porta ad uno scambio di coppie orchestrato dal marpionesco “Giaguaro/Piotta” con utilizzo di VIAGRA (ma che non funziona!) e pubblicità del PROPOLI in farmacia, quello di un tassista che si ritrova in possesso di una borsa di denaro appartenente a due bande di delinquenti che dà vita ad un inseguimento di un motocarro con una SMART.
Product placement completato con vetrine di CARTIER e KOOKAI, telefonini NOKIA, citazione di CHEROKEE come mezzo per rimorchiare e SHERATON HOTEL di Roma.
Stefano Barbacini