Anna e Terumichi sono due giovani sposi che decidono di comprare una casetta in un paesino sperduto di campagna Asamiya collegato al resto del mondo solo da un ponte (e questo dovrebbe gia far riflettete).
Lei fa ll'illustratrice per riviste lui vorrebbe fare il contadino biologico.
Il primo ad accoglierli è un coleottero sopra un cavolo che subito Anna fotografa e che li accompagnerà per tutto il film Instagram, (Product Placement social) copertina che viene approvata dalla sua rivista e, attenzione, dopo i titoli di coda.
Il simpatico animaletto è in realta un parassita che distrugge il cavolo cosi come il paese distruggerà loro.
Secondo il catalogo del Far East Film Festival di Udine il film si ispira a reali fenomeni di ostracismo che i local applicano ai nuovi venuti nelle campagne nipponiche.
In realtà qui è un po il contrario e i due si trovano ad essere spiati da abitanti che vorrebbero farli diventare come loro: usare pesticidi, mangiare zucca (anche se non piace) e, soprattutto, fare un figlio.
Quanti film abbiamo visto su comunità così, da paesi a sette, fino a condomini? Tantissimi. Anzi proprio la zucca a me ha ricordato le Marlboro de l'inquilino del terzo piano e giusto per rimanere a Polanski l'ossessione per il figlio Rosemary's Baby. La pecca del film è che uno dei grossi segreti della comunità non è poi così inquietante. Insomma il film si lascia vedere ma rispetto a capolavori del genere manca qualcosa. (Voto 6)