Facebook Twitter Canale Youtube RSS
CINEMA
2 Marzo 2016 - 23:47

IL SUPEREROE CHE AMA IL PORNO E I BUDINI

 Print Mail
LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT - Gabriele Mainetti (Italia-2015)
IL SUPEREROE CHE AMA IL PORNO E I BUDINI

IL TOXIC AVENGER DI TOR BELLA MONACA. Nella Suburra romana tra bande in cerca di fama da Romanzo Criminale allendosi con famiglie napoletane da Gomorra, un piccolo criminale sfugge a pistolettate a lui dirette buttandosi nel Tevere. Nelle ormai putride acque del fiume romano, tra monnezza e rifiuti tossici, rinasce Supereroe dalla forza sovrumana, un po' stupido, un po' impacciato ma poi, attraverso il dolore, pronto ad ereditare i buoni propositi di Jeeg Robot.

CARNE E SANGUE. Lo chiamavano Jeeg Robot non è (solo) ironia e cartoon. C'è anche questo, ma resta come sovrastruttura narrativa e la carne e il sangue sono "reali". Un noir violento in cui il fumetto e il cartone animato sono substrato culturale da cui nasce l'opera; nasce piccola ma è degna di esser considerata adulta, dura e tutt'altro che banale.

AMORE DISPERATO. Il film è anche struggente storia d'amore lontana anni luce dalla cretineria romantica propinataci dall'italico cinema. L'incontro tra due ultrasfigati, un imbolsito ladruncolo, Enzo, che vive rinchiuso in una fatiscente stanza passando il tempo a guardare porno e inghiottire budini alla vaniglia (sembrano Danone ma la brand è attentamente tenuta celata) incontra e s'innamora di una mezza matta, Alessia, figlia di un trafficante di droga (che fa subito una brutta fine) la quale vive in un mondo di fantasia in cui diventano realtà gli anime di Jeeg Robot di cui divora i dvd.

SESSO. Non particolarmente esplicito ma importante. Ruvido, alla ricerca di una maniera per farlo diventare amore. Lo sguardo dell' (anti)eroe Enzo sullo stettazzamento impudico e ingenuo di Alessia rischia di diventare malsano, reviviscenza di passate violenze. E vi è un qualche affetto anche tra lo Zingaro e il transessuale rudemente penetrato in un svelto rapporto in auto prima che esploda nuova, definitiva violenza.

ROMA SOTTO ASSEDIO. Roma assolutamente protagonista. Una Roma di un vicinissimo futuro in cui si ipotizzano attentati terroristici e in cui, tra vicoli, caseggiati periferici, canili immerdati e lungofiume di baracche e rifiuti nasce figlia della disperazione e dell'invidia, la follia dello sterminio.

ATTORI. Non c'è spazio per il divismo, per gli attori-tronisti-veline, per i bellocci da proscenio sanremese, Santamaria è il supereroe, recita fisicamente ingrassato e sporco; la ragazza è Ilenia Pastorelli che arriva sì dal Grande Fratello ma è giusta per bellezza normale, quotidiana; il supercattivo Luca Marinelli con il suo sembrare uno Zanardi di Paz de Roma è fumettistico e truzzo quanto basta per rendere memorabile il personaggio dello Zingaro, dalle manie di grandezza e dalla crudeltà irrefrenabile probabilmente nate dalla frustrazione di non esser diventato famoso nonostante un'apparizione da ragazzino a Buona Domenica. Poi tanti comprimari da borgata romana e una pericolosa Antonia Truppo nei panni di Nunzia, capomafia napoletana dal "phisique du role" indiscutibile.

REGISTA. Sarà che il cognome è quasi identico a quello dei Manetti Bros. ma il nostro Mainetti ce ne sembra decisamente l'erede. Una speranza per il cinema di genere italiano perchè proprio come i più famosi registi di Coliandro ci sembra capace, conoscitore e debitore di una certa cultura e in grado di attirare l'attenzione sul suo prodotto (non fosse che per la capacità ad esempio di coinvolgere il bonelliano Recchioni e trarre un fumetto dal film, pratica decisamente non frequentata sul suolo italico).

PRODUCT PLACEMENT. Enzo i porno li guarda su un tv PHILLIPS e si sposta su uno scooter HONDA. YOUTUBE è utilizzato per mostrare le gesta del Supereroe de noiartri, il borsone IKEA appare (ormai vero e proprio feticcio) per trasportare grossi sassi utili ad una rapina, in un centro commerciale tra le tante brand presenti spiccano i negozi DIESEL e OLTRE. Poi tra altri piccoli "omaggi" ad attività romane (CAVICCHI, TURLAV, HOTEL CASILINA) teniamo a ricordare come (pur non citandolo e non mostrando la "mela") un I-PHONE venga utilizzato dallo Zingaro non per telefonare ma per massacrare un collaboratore della banda.

 

 

Stefano Barbacini

Lo chiamavano Jeeg Robot

Regia: Gabriele Mainetti
Produzione: Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 25/02/2016
Location: Roma
Brand:
Honda
Youtube

Attenzione: l'accesso ai link è riservato agli abbonati Dy's World


© www.dysnews.eu