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CINEMA
31 Ottobre 2025 - 15:21

DIARIO VISIVO (I due film da regista di Jeanne Moreau)

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Lumiere; L'adolescente
DIARIO VISIVO (I due film da regista di Jeanne Moreau)

“Con Lumiere (Scene di un’amicizia fra donne, 1976 ndr) esordisce nella regia Jeanne Moreau, uno dei miti del cinema europeo degli ultimi vent’anni, e tenta di raccontarci di che lacrime grondi e di che sangue il suo successo. Cosa c’è dietro la facciata nell’esistenza di una vedette? C’è l’insicurezza, delusione e rassegnazione. (…) Pur non negando del tutto il dono di una certa sensibilità, ci sentiamo dalle parti di un romanzo per signorine.” Tullio Kezich era molto dubbioso sulla sincerità di queste scene di un’amicizia fra donne (il titolo italiano questa volta riesce sinteticamente a dare un quadro di quello che realmente si vedrà nel film: alcune attrici si confrontano con la loro vicinanza per raccontarsi problemi sul lavoro, rapporti con gli uomini, cura dell’aspetto). Il film ha una sua valenza sociologica perché è uno dei primi film francesi in cui le attrici famose diventano registe a dimostrazione come la donna comincia a prendere in mano la cinepresa per raccontarsi, fino ad ora pochi erano stati gli esempi di metacinema proposto dal lato femminile. Il film lo trovate su youtube in una versione originale con sottotitoli in inglese ma mancante di un pezzo iniziale. Potete comunque farvi un’idea sul fatto che la critica lo abbia discretamente valutato in modo negativo. Mereghetti: “Un esordio registico deludente, e quel che di autobiografico si intuisce lo è ancora di più. Un cineromanzetto rosa, di buon livello perché non manca di sensibilità, ma pur sempre di tal colore. Niente a che fare con la Moreau anticonformista che ha fatto sognare generazioni di intellettuali.” (voto 5/6) Un furgone con una grossa scritta Cinzano davanti agli studi cinematografici di Billancourt, il product placement nel film.

1939, provincia francese, la guerra incombe. Padre, madre e figlia tredicenne si recano al paese dove vive la madre di lui. Jeanne Moreau, nel suo secondo e ultimo film di fiction L'adolescente (girerà ancora da regista un documentario-intervista sulla diva del cinema muto Lillian Gish), abbandona la strada del metacinema autoreferenziale per raccontarci la storia della piccola Marie (Laetitia Chauveau, mai più vista al cinema) e della gente di paese in quell’estate del 1939. Marie sta per entrare nell’adolescenza e ha i primi istinti sessuali innamorandosi del giovane medico, ebreo, giunto da poco nel luogo. I genitori di Marie sembrano affiatati, all’inizio, ma poi qualcosa si rompe, il padre si allontana e la madre ha una liaison sessuale con lo stesso medico amato da Marie, diventandone in qualche modo la rivale sentimentale. Il medico non prende neppure in considerazione la dichiarazione d’amore della ragazzina che, allora, segue le arti della guaritrice del paese, considerata anche mezza strega, facendosi una pozione d’amore. Su tutta la storia, che si intreccia con le vicende degli altri abitanti del paese, fa da demiurga e vecchia saggia la nonna interpretata da una sempre grande Simone Signoret… Questi amori, tradimenti, dolori e spasimi sono poca cosa davanti all’arrivo della guerra che cambierà tutto chiudendo, letteralmente, la porta di casa sugli avvenimenti. Il film ha una sua tenerezza e dolcezza di sguardo, la Moreau attinge da Truffaut, che ben conosce, e con delicatezza tutta femminile ci racconta della sessualità nascente di una bambina che sta diventando donna senza falsi pudori (l’attrice minorenne viene anche mostrata nuda) ma anche senza la malizia di uno sguardo maschile (niente a che fare con Maladolescenza o L’adolescente italiana di Alfonso Brescia, per dire). (voto 6,5) Pubblicità vintage del marchio Kneipp nel product placement.

STEFANO BARBACINI

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