Rebecca Zlotowski, trentenne nel 2010, esordisce nel lungo dopo esser stata sceneggiatrice di vari corti. Il suo primo film Belle épine è un film di formazione e di elaborazione del lutto.
La giovane Prudence (Lea Seydoux) ha appena perso la madre, il padre è a lavorare in Canada e la sorella maggiore vive a casa del marito in una famiglia rispettosa delle tradizioni ebraiche (nonostante il padre sia irritato dall'avere il figlio gay), dove la nostra non si ritrova. Spaesata, sola nella casa vuota dei genitori, alla scoperta dei primi turbamenti sessuali cerca una sua strada che non è facile trovare. L'incontro con Maryline (Agathe Schenckler) potrebbe rappresentare una via, infatti la ragazza (ladra, libera e sfrontata) le fa conoscere il mondo notturno delle corse di moto illegali nella periferia di Parigi. Qui incontra un ragazzo con cui ha un rapporto sessuale ma poi si rende conto che neppure questo è il suo mondo, soprattutto quando la morte di una ragazza le aprirà gli occhi.
Dolore della crescita, sbandamento dei giovani, in una Parigi in cui è sempre più difficile coltivare rapporti umani. Se si aggiungono i sensi di colpa per la morte della madre, Prudence è la perfetta antieroina del cinema francese moderno: Pialat, Garrel, Assayas e tanti altri ci hanno restituito meravigliosi ritratti di ragazzine come Prudence, la Zlotowski si accoda con un esordio dignitoso in cui trova posto anche l'erotismo esplicito della Breillat. Il film è sorretto bene da una Seydoux (premio per la miglior promessa ai Cesar quell'anno) erede delle tante ninfette dal volto bello e pericoloso (è l'erede della Ledoyen in questi ruoli?), brava e generosa nel mostrare il proprio corpo (come dimostrerà ancor di più in La vita d'Adèle qualche anno dopo...).
Product placement principalmente del mondo motociclistico (sono mostrate o citate KAWASAKI, HONDA, BENELLI) cioè caschi NAVA, MILLER e RUSH e giubbotti in pelle ALPINESTARS. Non mancano però marche classiche come COCA COLA in più scene, AMSTEL BIER su un vassoio e MARLBORO fumate e appoggiate su di un tavolo.