Facebook Twitter Canale Youtube RSS
CINEMA
26 Novembre 2025 - 00:11

PARTORIRE E' UN PROBLEMA SOCIALE

 Print Mail
Giovani madri (Dardenne Bros., Belgio, 2025)
PARTORIRE E' UN PROBLEMA SOCIALE

I fratelli Dardenne affrontano il tema della nascita attraverso la storia di giovani donne che stanno partorendo o hanno appena partorito. A 67 anni da Alle soglie della vita di Bergman. Naturalmente l’obbiettivo è totalmente diverso, ambiente borghese e approccio drammaturgico-esistenzialista per il maestro svedese, povertà e analisi naturalista-sociale per i due belgi.

Giovani madri alterna le vicende di quattro giovanissime ragazze incinta o che hanno appena partorito mettendo in evidenza sia i problemi attuali delle donne (problemi di droga per una, di abbandono del padre per un’altra, problemi di sussistenza per tutte) sia il contesto sociale e famigliare da cui provengono: i rapporti con le madri più che con i padri che proprio nel film non vengono neppure presi in considerazione per la loro assenza. Vi è la madre che ha dato in affido la figlia e non vuole più reincontrarla, quella morta dopo una vita da alcolizzata e di violenza sulla figlia, quella che sta tentando di uscire da una storia con un compagno violento e a cui la figlia non riesce a dare fiducia, quella che davanti allo stupro del marito prese le parti di questo non credendo alla figlia. Genitori assenti, condizioni di povertà e disperazione. La nascita dei figli diventa quasi un dramma più che un atto felice, tanto che la decisione è se tenerli o darli in affido.

Nel loro stile i Dardenne stanno sempre ridosso alle loro bravissime interpreti (sono infinitesimali le riprese che si allargano dal piano medio) cercando di azzerare la drammaturgia e rendere il tutto realistico, quasi documentale. E quando ci rassegniamo come spettatori a rinunciare a respirare davanti al pessimismo totale delle relazioni tra i personaggi/persone, ecco che per tutti arriva una scena che mischia dolore a catarsi, il colpo da maestro dei registi. Ecco il sorriso di un bambino alla madre che lo sta lasciando; ecco l’abbraccio tra due sorelle che si ritrovano finalmente solidali; ecco il riavvicinamento con una madre ostica e creduta perduta; ecco l’incontro con un’anziana professoressa che suona al piano recitando L’adieu di Guillaume Apollinaire. Quando ti stai domandando se questo verismo nero e con pochi lampi di speranza non sia troppo, i Dardenne ti allungano la mano per uscire dal buio.

Continua con la loro arte la ricerca dei due registi belgi sulle dinamiche dei comportamenti giovanili, sulla società contemporanea. Analisi che si aggiorna continuamente e che è tanto necessaria.(voto 7+)

Moto MBK, Nike, Continental, HP, Luxauto, e soprattutto lavanderie DepAiron, dove lavora la madre di una delle ragazze, nel product placement del film

Stefano Barbacini

© www.dysnews.eu