Dopo pochi minuti della visione di Adam, film marocchino presente al Festival del Cinema Africano Asia e America Latina 2021, abbiamo già capito due cose. La prima che la trama non ci riserverà grandi sorprese e infatti quasi tutto scorre senza sussulti fino alla fine, la seconda che nonostante ciò chi è dietro la camera (l’esordiente Maryam Touzani) è di assoluto valore. Fotografia folgorante che sta tra la rappresentazione delle Madonne con bambino rinascimentali e i grandi maestri della luce (Storaro & C.), recitazione realistica di due grandi attrici, scelte registiche mai “pelose” ma sempre essenziali, nessuna concessione al melenso, scene forti (quella delle “costrizione” alla danza e al ricordo, quella della “sensualità dell’impasto” in primis ed una fortemente drammatica nel finale che non accenno per non spoilerale) ben studiate, padronanza della camera superlativa (primi piani “drammatici”, poetiche carrellate tra i vicoli, ricostruzioni ambientali perfette)… Insomma una regista dalle grandi capacità e con possibilità di diventare una grande protagonista del cinema.
Nel racconto navighiamo senza troppo preoccuparci della sua linearità senza sorprese (che non significa affronti problematiche non interessanti come il ruolo della donna in una società maschilista). La storia è quella dell’incontro tra due donne “emarginate” dalla società, la prima una ragazza incinta con padre assente che è fuggita da casa per non portare il peso della nascita di un bambino “illegale”, la seconda una madre vedova con bambina da crescere, inviperita contro il mondo e senza concessioni ad uno spiraglio di nuova vita. Due donne che fanno delle debolezze dell’una la forza dell’altra. Non ci sorprendiamo mai per quel che succede, ci sorprendiamo per come Maryam Touzani lo mette in scena. Una stupefacente maestria per un’esordiente.
Poi abbiamo l’ambientazione nel forno della vedova che per un goloso come chi scrive è un’eccitazione continua dei sensi…
Sarà forse un caso ma, come già ha sottolineato da Gerardo Corti, dai numerosi festival internazionali ci giungono opere dal Marocco tutte interessanti. Che sia l’esplosione di una generazione di nuovi registi come quella che alcuni anni fa ha fatto conoscere la nuova filmografia romena?
Nel film non vi è product placement.