Questo film è una follia! Non tanto per il titolo, A page of madness, non tanto perché è ambientato tutto all’interno di un manicomio, ma in quanto il film è una summa dei movimenti d’avanguardia del tempo. Il regista Teinosuke Kinugasa (che apparteneva ad un movimento sperimentale giapponese) mette assieme il surrealismo con le avanguardie dei vari Ruttman e Man Ray, con il cabaret dadaista e la danza, con l’espressionismo e la ricerca visuale del cinema francese degli anni Venti. Praticamente ogni scena contiene un’invenzione visiva: sovrapposizioni d’immagini, montaggio spezzato e allegorico visto nelle opere dei grandi registi russi, inquadrature sbilenche, deformazioni, astrattismo, movimenti di macchina circolari in un’ambientazione da tregenda atmosferica e psicologica.
La trama, difficile da seguire per la totale mancanza di didascalie, ha poca importanza (un inserviente cerca di liberare la moglie rinchiusa nell’Istituto Psichiatrico) davanti alla magnificenza visionaria.
Il film, nella versione vista al Neuchatel Fantastic Film Festival 2025, è esaltato dalle musiche e dai “rumori” dell’Alloy Orchestra, uno dei casi, non frequentissimi, di adattamento perfetto al significato delle immagini. (voto 7/8)
No product placement.