Nel 1964 a sessant’anni la carriera di Joan Crawford, una delle massime dive del cinema anni ’40 e ’50, sta declinando in maniera irreparabile nonostante il momento di gloria (assieme all’altra grande del cinema anch’essa sul viale del tramonto, Betty Davis) del film di Robert Aldrich Che fine ha fatto Baby Jane (successo mondiale che con Psyco ha sdoganato l’horror tra il pubblico del mainstream), tra alcolismo e problemi finanziari e la nostra è costretta ad accettare ruoli in film di genere di serie B ben lontani dai suoi successi hollywoodiani.
Tutto ciò è mirabilmente raccontato in FEUD, serie tv che narra appunto della rivalità delle due donne che non si vogliono arrendere al passare del tempo, e sempre lì viene riportato uno dei famosi mezzi per farsi pubblicità dell’immarcescibile William Castle, regista exploitation che per attirare il pubblico ne inventava di ogni, tra cui la povera Joan degradata ad apparire in platea armata di accetta a minacciare il pubblico. Non per niente nella serie questo evento viene evocato da John Waters che impersona Castle, sicuramente uno dei suoi idoli e suo ispiratore.
Perchè la nostra si trova a dover minacciare gli spettatori con un ascia? Questo perchè si sta per assistere alla proiezione di 5 corpi senza testa (Strait-jacket), nuova opera di Castle in cui già nell’incipit una donna tradita dal marito in un impeto di follia impugna l’arma e decolla i due amanti sotto gli occhi della figlioletta, finendo per questo in manicomio (e dove se no...).
Passano gli anni e la nostra uxoricida torna “guarita” a casa dove ritrova quel che resta della famiglia, ovvero il fratello e la cognata che hanno allevato la figlia ormai ragazza da marito e infatti fidanzata con un ricco e bel ragazzo. Abbiamo detto guarita? Qualcosa ci fa pensare che non sia così, incubi ad occhi aperti, strani atteggiamenti, il passato che ritorna e... un dottore che la viene a visitare e finisce decollato come anni prima il marito. Ora nel rivedere questo gioiellino dell’horror di serie b nel 2021 a certi trucchetti non si crede più, quindi quando vediamo in silouhette una donna utilizzare l’accetta senza che ci venga mostrato il viso della donna capiamo subito che le cose non sono così lineari e che ci saranno sorprese ci aspettano...
La sessantenne Crawford riesce a passare da mesta donna grigia e sottomessa a maliardona ancora fascinosa grazie al suo sguardo penetrante e movenze da vamp da una scena all’altra con grande maestria, Castle dal canto suo al di là del lato da guitto truffaldino dimostra che conosce la grammatica cinematografica con utilizzo di ombre, silhouette e sovrimpressioni e gestione della colonna sonora che crea l’atmosfera. Non uno sprovveduto dunque che riesce a concepire un horror senza sangue e con manichini ugualmente credibile e divertente, senza mai rischiare di retrocedere in serie... Z.
Sempre FEUD ci ricorda che Joan Crawford è stata per anni testimonial della Pepsi Cola (tanto è vero che appena fu cacciata dal set di Piano, piano... dolce Carlotta entra subito in scena la Coca Cola voluta dalla rivale Betty Davis che ha preso in mano il film... sempre come ci viene descritto dalla serie tv) e la bevanda fa un’apparizione in qualità di product placement anche in questo film...