Il genere superoistico ha il suo rappresentante per il Me Too? Birds of prey vede alla sceneggiatura (Christina Hodson), alla regia (Cathy Yan) e alla produzione (Margot Robbie) donne che concepiscono per la DC Comics un film tutto al femminile con girls with balls che si coalizzano contro un supercattivo maschio e che con uomini traditori o violenti hanno a che fare tutto il film (e li riempiono di lividi…).
Il film inizia con lo stile di un fumetto di Tank girl, è impregnato di battute che sembrano uscite da quelli dell’ Uomo ragno, è pieno di combattimenti coreografati che evidenziano la passione per i film di Hong Kong terra di origine della regista cinese naturalizzata americana, scivola nella spacconata di un film macho alla Steven Seagal per poi finire in un gustoso finale ultrapop che ci catapulta in un mondo da “Alice in wonderland incontra Tob Hooper”.
L’emancipazione (come il sottotitolo di Birds of prey evidenzia) di Harley Quinn (sempre la Margot Robbie di Suicide squad ) dal Joker passa attraverso una storia di un diamante chiave di un’immensa ricchezza finito nel corpo della piccola ladruncola Cassandra Cain (Ella Jay Basco) e appartenente al malefico supernemico Roman Sionis/Black mask (Ewan McGregor). Sulle tracce della ragazzina (la missione di Harley Quinn diventa quella di recuperare il diamante cercando di farla defecare per tutto il film…) oltre alla protagonista vede coinvolte una detective ribelle e lesbica Renee Montoya (Rosie Perez), una cantante figlia di una supereroina da cui ha ereditato i poteri che lavora per Roman ma poi vi si ribella contro, Dinah Lance/Black canary (Jurnee Smollett-Bell) e una vendicatrice solitaria figlia di una famiglia di mafiosi sterminata dalla famiglia rivale agli ordini di Sionis, Helena Bertinelli/The Huntress (Mary Elizabeth Winstead).
Le quattro ragazze e… mezzo (se contiamo la piccola Cassandra) iniziano come individui ribelli alla famiglia, alla società, alle istituzioni, incazzate col mondo intero per poi coalizzarsi scoprendo qualcosa di simile all’amicizia e al senso materno contro la banda tutta maschile e senza scrupoli di Black Mask. E volano cazzotti, calci, mazze da baseball e armi da fuoco delle nostre scatenate e inarrestabili… Birds of prey!
Divertimento action per il pubblico gggiovane in cui la forza dirompente e antisistema (e diciamo pure criminale) di Harley Quinn è in qualche modo giustificata dalla follia del mondo maschile e comunque controbilanciata dal senso di giustizia delle altre (la “troppo” vendicativa Huntress è bacchettata da Harley Quinn stessa dicendole che la “vendetta non dà catarsi”). Niente a che vedere con l’anarchico Joker di Todd Philips insomma.
Epperò bisogna dire che quel finale ambientato nel parco divertimenti già covo del Joker stesso e il sottile piacere che dà a noi maschietti vedere delle fighting girls di grande bellezza muoversi in pantaloni attillati, shorts, ampie aperture sul seno, insomma sexy e disinibite, salva sicuramente il film “dallo stress e dall’azione cattolica” come ci canta Zucchero… Commento troppo “maschilista”? Speriamo di no altrimenti Black Canary arriva a rompermi il grugno con quei tacchi e quelle lunghe gambe…
P.S. la dirompente Margot Robbie di Suicide Squad qui bellezza ruvida e slavata perde il confronto con l’ambrata e sofisticata Jurnee Smollett-Bell…
Prouct placement non eccessivo con Mercedes su tutti e qualche marca alimentare tra cui i Chunks per cani con cui Harley alimenta la propria iena che tiene come animale domestico, per finire con il lassativo Laxplis che dovrebbe aiutare la ragazzina a… passare il diamante ma con scarso successo…