Passato il periodo del "musicarello operistico" nel 1950, Gina Lollobrigida continua sempre di più la sua carriera primeggiando rispetto alle altre anche in film corali come questo.

Il film in questione è Miss Italia, uno dei film del periodo destinati al pubblico non ancora non televisivo, per mostrare lo spettacolo dei concorsi di bellezza come Miss Italia. (espediente che sarà successivamente sfruttato anche per Sanremo). La trama è semplice: un giornalista Massimo Lega riesce ad avere dall'organizzazione del concorso le foto delle ragazze in gara ed incomincia a girare con la sua Jaguar (teoricamente product placement anche se tutto il film è un product placement di Miss Italia) per tutte le più importanti città italiane ad intervistare le ragazze per conoscere le loro motivazioni. Dopotutto il concorso è aperto a tutte le regioni e a tutte le tipologie di ragazze, Abbiamo così la sarta che ha confezionato il vestito della vincitrice che è stata iscritta a sua insaputa dal padre (Gina Lollobrigida), la contessina paralizzata che può solo sognare, la puttana dal cuore d'oro che vorrebbe cambiare vita, la figlia di un sindaco, la modella di fumetti osè.

Tutto prosegue fra il tedio e l'imbarazzo con una vena di moralismo e saccenza finchè fortunamente nel finale vira verso un noir americano alla Ulmer, anche se, anche in questo caso, l'inizio del misfatto lascia molto a desiderare con una sceneggiatura banale all'osso. Fortuna che il cinema e il pubblico si sono evoluti  

Per la cronaca (spoiler) vince in tutti i sensi la Lollo anche se le concorrenti ai tempi non avevano niente da invidiare, anzi, soprattutto Costance Dowling nella parte della escort veneziana.