Un poliziotto, la cui missione sembra quella di non lasciare impuniti i crimini, si appropria del caso di un collega contro tutto e tutti perché è certo che uno zingaro abbia dato fuoco ad un paio di hotel su ordine del proprietario per ottenere i soldi dell’assicurazione. Due donne innocenti sono morte e Bodgan, il nostro che non dorme e lavora tutto il giorno per vendicare le vittime, vuole arrivarci in fondo… Ma non tutto quello che ci appare è la realtà. Siamo sicuri che sia questo nobile fine che spinge il poliziotto? E perché si mette a seguire una donna che apparentemente non c’entra nulla? Lo zingaro sarà il vero assassino o Bodgan ha preso un abbaglio? Non diciamo di più per non spoilerare, sappiate solo che tra una barzelletta poco divertente del capo della polizia e la lena di Bodgan ci stanno razzismo, passioni criminali, insolvenze e pochi scrupoli morali…
Il film Unidentified del romeno Bogdan George Apetri presentato al Noir in Festival 2021 è sicuramente interessante per come, seguendo incessantemente il protagonista apparentemente con una linea dritta verso una soluzione, riesce ad espandersi e deviare verso un ritratto non certo edificante di una società marcia e senza morale. Il regista si allinea al modo di raccontare degli altri autori connazionali della nuova generazione, ovvero lentezza, naturalezza ed attenzione ai dettagli quasi estenuante. Chiede pazienza allo spettatore e gli avvenimenti non esplodono mai ma si insinuano spiacevolmente nella sua mente.
Qualche product placement anche questo in linea con lo stile del film, quindi non invasivo, riguarda le sigarette Kent fumate in gran quantità dal protagonista che guida una Volkswagen, un tostapane Ufesa, un frigorifero Smeg e birra Heineken che è diversa però da quella (non riconoscibile) utilizzata per costruirsi una molotov.